La ignorata (o quasi) battaglia contro i brevetti software

Che oggi si decide al parlamento europeo un'importante regola che interessa tutti noi è ai più del tutto oscura. Si parla di brevetti software, cioè la possibilità di registrare e quindi di garantirsi per anni il monopolio di sfruttamento di una funzione, o meglio di una idea, che sta dietro un programma informatico o un sito web.

Per capire bene prendiamo questi esempi da PuntoInformatico:

Il brevetto EP0689133 copre l'uso dei "tab" su una pagina web, le "etichette" su cui è possibile fare clic per vedere l'informazione associata al loro titolo.

Questo brevetto di fatto è infranto anche dal Cannocchiale, che ha in alto le linguette per accedere alle varie sezioni del sito. Una cosa pensata da tutti e realizzata in maniera assolutamente diversa da ognuno, ma che questo brevetto vorrebbe tenere tutto per sé e quindi obligherebbe milioni di siti che usano questa tecnica - ormai comune - a ridisegnare le pagine web.

Il brevetto EP0537100 copre l'uso di immagini di dimensioni ridotte ("thumbnail") su cui è possibile fare clic per visualizzare l'immagine a piena dimensione.

Pensate ad esempio a flickr.com o a qualsiasi sito web con thumbnail: praticamente una miriade dei siti! Compreso il mio: vi assicuro che questo brevetto io non lo conoscevo e ho realizzato con la mia testa questa funzionalità.

Il brevetto EP0287578 copre la compressione audio, incluso il formato "mp3"; EP0933892 copre la messa a disposizione di filmati su internet, mentre EP0633694 copre il "video-on-demand", come la trasmissione di eventi dal vivo.

Praticamente il sito di Radio Radicale, giusto per citarne uno, dovrebbe chiudere bottega dato che questi brevetti gli impedirrebbero di usare queste tecniche.

Insomma si vorrebbe brevettare l'idea di fare una cosa non come viene fatta. E c'è la corsa a brevettare qualsiasi banale tecnica per disegnare un sito o per sviluppare un software. Ma badate bene, non si brevetta il programma così com'è, ovvero il come viene fatta una certa cosa, nella sua relizzazione pratica, ma semplicemente l'idea che ci sta dietro.

Cappato scrive che "applicare questa stessa logica per i programmi informatici è una follia, perché il programma è per definizione la realizzazione di un’idea in linguaggio informatico, non nel mondo fisico. Un’idea che può essere realizzata in mille modi diversi, in molti linguaggi informatici diversi, da parte di programmatori che lavorano in parti opposte del mondo ignorando i rispettivi lavori. La corsa al brevetto software diventa dunque una gara di abilità, non tanto da parte degli informatici, quanto da parte degli uffici legali delle aziende che devono tradurre in linguaggio giuridico per “chierici” ed “iniziati” quello che i programmatori esprimono in linguaggio informatico. La proprietà dell’innovazione viene dunque assegnata in base alla capacità non tanto di scrivere programmi utili, ma di coprirli da brevetti scritti in modo sufficientemente generico per poter poi citare in giudizio un concorrente che, in modo del tutto autonomo e senza nemmeno conoscere l’esistenza di quel brevetto (e men che mai del programma che vi starebbe alla base) ha sviluppato funzionalità simili.

Il danno prodotto dalla burocratizzazione per via giudiziaria dell’innovazione è più grave di quanto possa sembrare. In un mondo dove esistono programmatori individuali (alcuni dei quali si uniscono in modo libero per collaborare a scrivere dei programmi messi a disposizione affinché possano essere liberamente copiati, integrati e modificati) e aziende sprovviste di uffici brevetti, è evidente che la sola minaccia di spese processuali e risarcimenti miliardari per cause intentate da parte di agguerritissimi studi legali dei colossi dell’informatica è sufficiente a paralizzare gli innovatori. E non si tratta solo di programmatori individuali, ma anche aziende di medio-grandi dimensioni che basano la propria iniziativa sulla creatività innovativa e non sulla dimestichezza con le aule di tribunale. I programmatori di software libero e “open source” sono i più danneggiati – anche se non gli unici – in quanto devono guardarsi anche dal rischio di brevetti registrati a partire da idee e codici che loro stessi hanno messo liberamente a disposizione sul web, o che hanno ricevuto come libero contributo da parte di programmatori sconosciuti o esterni all’azienda.
"

Commenti

Post popolari in questo blog

Ufficiale: @3Italia cessa il supporto ai telefoni Skypephone